Ibiza è un’isola dalla doppia anima: quella estiva, sfrenata, dedita agli eccessi, che l’ha resa famosa negli ultimo 40 anni; e quella più rilassata, tranquilla che ha gran cura delle tradizioni e dell’ambiente circostante. Quest’ultima, inevitabilmente, emerge di più nel resto dell’anno anche se, a ben vedere, le due identità convivono pure nei caotici mesi estivi. Si tratta solo di aver chiaro in mente il tipo di vacanza che si desidera e regolarsi di conseguenza. Di seguito proveremo a tener conto di entrambi gli aspetti anche perché, i numeri “monstre” dell’affluenza (stabilmente nell’ordine di diversi milioni di visitatori l’anno), si spiegano solo considerando l’offerta turistica nel suo complesso. Insomma, Ibiza è una delle poche località turistiche davvero in grado di offrire (quasi) tutto a tutti: trasgressione, relax, discoteche, escursioni, cucina di mare, di terra, cocktail in spiaggia, vini pregiati e tanto, tanto altro ancora. Buona lettura.

  1. Dalt Vila
    Nove volte su dieci la visita dell’isola comincia dalla parte vecchia di Eivissa, come gli abitanti chiamano in catalano il capoluogo Ibiza che dà anche il nome all’isola. Dalt Vila, dal 1999 Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è un compendio perfetto di quella doppia anima cui abbiamo fatto riferimento in apertura. Si tratta, infatti, di un grande museo a cielo aperto che però nel periodo estivo viene letteralmente invaso da turisti a passeggio per il dedalo di viuzze strette della zona. Ovviamente non mancano bar, ristoranti e negozi, così come non mancano artisti di strada e personaggi vestiti in maniera eccentrica che a Ibiza, in verità, abbondano. Davvero tante le cose da vedere. Segnaliamo il Castello arabo, la Cattedrale Nostra Senyora De Las Neus, il Museo d’Arte Contemporanea e Placa des Amparats da cui si scorge una bellissima vista del porto cittadino. Occhio, perciò, a non dimenticare la macchina fotografica.
  2. Porto di Eivissa

    Dopo Dalt Vila tocca alla zona del Porto, un altro di quei luoghi dove storia e divertimento si fondono. Storici sono i quartieri de La Marina e Sa Penya, antichi villaggi di pescatori, oggi luoghi preferiti dai turisti che solitamente trascorrono in zona il preserata in attesa dell’ingresso in discoteca (famosissima la discoteca “Pacha”). Storici anche i due monumenti dedicati ai marinai che nei secoli hanno reso grande Ibiza. Stiamo parlando del Monument a los Corsarios, e l’altro intitolato alla Gente de la Mar (vd. foto). Il primo si trova alle spalle dell’Estacio Marittima dove attraccano le navi da crociera e i traghetti provenienti da Barcellona, Valencia o dalla vicina Formentera. Il secondo, invece, si trova all’incrocio di Avinguda de Santa Eularia des Riu, una delle arterie principali dell’isola. Da non dimenticare Eivissa Nova e Marina Botafoc i due porti turistici dove generalmente attraccano i tanti vip del mondo dello sport e dello spettacolo che frequentano Ibiza nei mesi estivi. Sono questi i posti dove si fa lo struscio con la speranza di fotografare qualcuno/a dei protagonisti dello star system. Per il resto, il porto è un susseguirsi di bar, ristoranti, boutique e negozi di souvenir pronti a reggere l’impatto giornaliero con migliaia di visitatori, tra i tanti in vacanza e quelli, altrettanto numerosi, che sbarcano dalle navi da crociera.

  3. Necropoli di Puig des Molins
    Se oltre al mare, le spiagge e il by night vi interessa approfondire la storia dell’isola, beh allora la Necropoli di Puig des Molins merita assolutamente una visita. Ibiza, infatti, nei millenni ha subito diverse dominazioni. Indubbiamente quella araba è stata la più significativa, ma prima c’erano stati Fenici, Cartaginesi e Romani. Furono proprio i primi a costruire le catacombe a poche centinaia di metri dal villaggio dove si erano stanziati. All’epoca, il VII secolo a.C., i mulini (da cui il nome della località) non c’erano ancora. Al loro posto soprattutto alberi da frutto, mentre oggi sia i mulini che i resti delle tombe (si stima siano più di 3000, di cui un decimo circa visitabile) sono coperti da una fitta coltre di arbusti e macchia mediterranea. Da vedere l’annesso Museo Monografico dove sono stati repertati e catalogati i corredi funebri rinvenuti durante gli scavi archeologici. Si tratta di gioielli, amuleti, ceramiche e altre utensilerie da cui è possibile ricavare informazioni preziose sul diverso status dei defunti interrati.
  4. Es Cavallet
    Finora ci siamo occupati di non appiattire l’immagine di Ibiza sul suo lato più edonistico e trasgressivo. Ignorarlo però sarebbe un errore, tanto più che, una volta sul posto, è comunque impossibile farlo. Prendiamo Es Cavallet, una delle spiagge più belle dell’isola. Vale senz’altro la pena andarci, ma bisogna sapere che oltre al dato ambientale – spiaggia bianca, mare cristallino ecc. – Es Cavallet è famosa per essere la spiaggia nudista ufficiale di Ibiza. Un primato che risale alla prima metà degli anni ’70 del secolo scorso quando ancora la Spagna era sotto il dominio politico-militare del generale Francisco Franco. E, infatti, il regime spagnolo provò a reprimere il fenomeno, senza riuscire però a debellarlo. Perciò, Es Cavallet è un pezzo di storia della Spagna, un esempio di libertà sulla scorta del quale negli anni del post-franchismo sono giunti a Ibiza nudisti, naturalisti, gay e lesbiche provenienti da ogni parte del mondo. La spiaggia, che fa parte della Riserva Naturale de ses Salines, si trova nel versante meridionale di Ibiza ed è ben collegata coi mezzi pubblici dal capoluogo Eivissa.
  5. Espalmador
    Chi viene a Ibiza quasi sempre destina un giorno della propria vacanza alla vicina Formentera. I collegamenti da Sant Antoni ed Eivissa sono frequenti e la percorrenza è breve. Ovviamente, pur essendo più piccola e decisamente meno abitata (ca.11.000 abitanti), Formentera non si gira in un solo giorno, non foss’altro che per la grande quantità di spiagge di cui dispone. Le spiagge a nord, nella penisola di Es Trucadors, sono quelle turisticamente più famose: su tutte Illetes, ma meritano una visita pure LlevantEs Cavall ed Espalmador (S’Espalmador, in catalano). Quest’ultima è una piccola isola (ca. 3 km di lunghezza e 1 di larghezza) a 150 metri dalla penisola di Es Trucador ma, a causa delle forti correnti, è vietato raggiungerla a nuoto. Perciò, una volta arrivati a Formentera, tocca prendere un battello che giornalmente fa la spola dal porto de La Salina ad Espalmador. Detto questo, ne vale assolutamente la pena. La sensazione, passeggiando sulla sabbia bianca e fine di Platja de S’Alga (la spiaggia dell’isolotto), è di trovarsi a Caraibi a cui, del resto, quest’isola remota al centro della Riserva Naturale de ses Salines, non ha davvero nulla da invidiare. Consigliatissima.
  6. Westend
    Ibiza condivide lo stesso destino di Mykonos, quello di esser considerata soprattutto una “party island”. Un’isola, cioè, dove sono bpm, alcol e trasgressione a scandire le giornate dei turisti presenti. E, in effetti, non si può dire che lo stereotipo non rispecchi la realtà. Prendiamo il Westend, la zona dei locali di St. Antoni de Portmany, il secondo comune dell’isola per estensione e numero di abitanti (ca 20.000). Chi non può permettersi l’ingresso nei più costosi locali di Eivissa, viene a divertirsi qui nel versante sud-occidentale dell’isola. Da maggio a ottobre il Westend non dorme praticamente mai: rumore tutto il giorno e locali praticamente ovunque. Non ha più neanche tanto senso parlare di vita notturna, dal momento che di feste se ne trovano a qualsiasi ora della giornata. Nei club, in spiaggia e perfino in barca. E già, perché nel porto di St Antoni sono attraccate le “boat party” dove dal tramonto in poi si va avanti a base di cocktail e musica a palla. Infine un consiglio: se vi piacciono i tramonti non dimenticate di portare la macchina fotografica: quelli di St. Antoni de Portmany, a detta dei più, sono i più belli di Ibiza.
  7. Cala Bassa
    A circa 9 chilometri da St. Antony de Portmany c’è la piccola (lunga ca. 300 metri) ma suggestivaspiaggia di Cala Bassa. La particolarità di quest’insenatura è quella di avere alle spalle una pineta (per la gran quantità di pini marittimi, Ibiza e Formentera sono anche chiamate “Isole Pitiuse”) in cui volendo, ci si può attrezzare con lettino e sdraio facendo a meno dell’ombrellone. Ovviamente, nella retrostante pineta non mancano snack bar e ristoranti, come pure non manca un accorsato campingscelto soprattutto dalle famiglie con bimbi al seguito. Una formula vantaggiosa che permette di conciliare la vicinanza al mare con un una spesa più contenuta rispetto al soggiorno in hotel.
    Da vedere!
  8. Santa Agnés de Corona
    Dopo le spiagge, i dirink, le gite in barca e le serate in discoteca, chi vuol conoscere “l’altra Ibiza”, quella lontana dalle luci e gli eccessi della mondanità, deve necessariamente visitare Santa Agnés de Corona, piccolo borgo rurale a nord di St. Antony de Portmany. Un villaggio di appena 300 anime, in cui a dominare il paesaggio sono i pascoli, le pecore e le distese di mandorli, di gran lunga la coltura più diffusa della zona. Naturalmente, il turismo è arrivato anche qui ma, come ribadito all’inizio, è un turismo diverso da quello a cui siamo tradizionalmente abituati a pensare a proposito di Ibiza. Santa Agnés de Corona confina con Sant Mateu D’Albarca, altro insediamento rurale in cui oltre ai mandorli viene coltivata la vite. Volendo, perciò, si può allargare la visita anche a Sant Mateu. Da non perdere!
  9. Cala d’Hort
    L’ultimo tratto di strada per arrivare a Cala d’Hort non è agevole e talvolta capita di non trovare posto nel parcheggio sopra la spiaggia. Spiaggia che tra l’altro non è grandissima, appena 200 metri di lunghezza. E allora, vien da chiedersi, come mai è una delle più apprezzate di Ibiza? Certamente per la qualità delle acque, anche se il mare a Ibiza è quasi dappertutto di ottimo livello, e quindi la popolarità di Cala d’Hort va ricercata altrove. Il motivo vero per cui i turisti arrivano fin qui (23 chilometri da Ibiza, 11 da Sant Josep de Talaia) è la vista delle tre “Isole dei Draghi”: Es Vedrà (vd.foto), Es Vedranell, Es (Sa) Galera. Specialmente Es Vedrà, scoglione alto 382 metri la cui visione, da un certo punto in poi, rappresenta una guida sicura per gli automobilisti che si accingono a raggiungere la località. Come accade quasi sempre in questi casi, Es Vedrà è al centro di numerose storie: dagli immancabili ufo a quella, più famosa, secondo cui l’isola era abitata da un gigante ghiotto di calamari. Leggenda vuole che, per placare il suo insaziabile appetito, il titano rapì due giovani pescatori la cui unica ragione di sopravvivenza divenne appunto quella di soddisfare le richieste del mostro. Un giorno, però, uno dei due ebbe l’intuizione di mischiare un riccio tra i molluschi, circostanza che provocò forti crampi addominali al gigante consentendo, di converso, la fuga dei ragazzi. Leggende a parte, la vista ravvicinata di Es Vedrà ha un appeal magnetico, in particolare al tramonto. Non bisogna dimenticare, infatti, che Cala d’Hort si trova nel versante occidentale dell’isola, ed è perciò uno dei luoghi più indicati per chi ama le atmosfere crepuscolari.
  10. Cova de Can Marçà
    L’abbiamo detto più volte: Ibiza non è solo vita notturna. Merita una visita, per esempio, Cova de Can Marçà, grotta un tempo utilizzata come rifugio dai contrabbandieri (sono ancora visibili i segni neri e rossi che servivano per orientarsi all’interno) e dagli anni ’80 del secolo scorso trasformata in attrazione turistica. L’anfratto si trova vicino Port San Miquel, piccola località turistica a circa 20 km da Eivissa, St. Antoni e Sant’Eularia. All’interno, giochi di luci, suoni e cascate d’acqua artificiale accompagnano i turisti durante la visita che dura all’incirca 40 minuti (costo dell’ingresso € 10,50). All’esterno, invece, bar con terrazza e vista sulla baia di San Miquel. Da vedere!
  11. Cala de Sant Vincent
    Ultima, ma solo per ragioni espositive, Cala de Sant Vincent. Siamo a circa 30 chilometri da Eivissa, all’estremità nord orientale dell’isola. È qui che probabilmente troverete le acque più cristalline di Ibiza, ideali per lo snorkeling o anche solo per una nuotata in mezzo al Mediterraneo. Anche il paesaggio tutt’attorno è tipicamente mediterraneo con le immancabili pinete a dominare la scena. Insomma Cala de Sant Vincent è la spiaggia giusta per trascorrere una giornata all’insegna del relax totale. Non mancano, ovviamente, lidi attrezzati, bar, ristoranti, negozi e tutto l’indotto normalmente associato a una località balneare. Da vedere.

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